Un giardino dell’anima, in un luogo dell’anima. Dove l’inconscio si desta. Dove melograni si ergono a quinte teatrali. Dove semi e piante giocano, si rincorrono e si colorano di luci ed emozioni. Dove ogni scorcio è vissuto con il gusto e la passione di chi ha realizzato un sogno tanto atteso. Dove il raro cefalotasso ottantenne, reminiscenza del giardino della nonna, suscita meraviglia con la sua architettura. Dove anche William Shakespeare si sarebbe perso a contare clematidi e rosmarini in fiore, non solo in quel sogno di una notte di mezza estate. Dove ellebori e rose, querce palustri e mughetti sono la matita nelle mani di Patrizia Dalla Valle, un tempo c’erano pini marittimi e yucche. Lei, figlia dell’arte del mosaico, vi accoglie. Preparatevi a vedere, odorare, toccare e anche udire la felicità del suo giardino. Ma prima ancora, dovete aver imparato a capire, a conoscere e amare. Perché nel Giardino Laderchi c’è una memoria che aspetta solo di essere rievocata.
Stagione dopo stagione. Ancor prima di varcare il cancello d’ingresso, stordisce gli amanti il profumo intenso del giacinto azzurro. Al cospetto del bluette, la poesia dei dettagli di una maonia in fiore fa vibrare l’anima. Qui nulla è per caso. Coinvolge i sensi in un grande, sincero e immenso abbraccio il parco. Questione di emozioni se la sequoia accanto al noce, i liquidambar davanti al cisto, l’anziano acero campestre, viburni e forstizie, fiordalisi e rose si inseguono. Attraversarli è come entrare in una fiaba. La naturalezza con cui tutto si mescola distende la mente e crea attenzione. La loro accoglienza, il garbo e la gentilezza anticipano il senso di benessere che si percepisce camminando nel giardino di Patrizia Dalla Valle a Prada di Russi, in via Provinciale Prada 11. Se vi capita di inciampare nelle sculture collocate nel giardino, è naturale.