VINI DEALCOLATI: LE EVIDENZE DELL’OMS SUGLI EFFETTI DELL’ALCOL

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Alert salutisitici, etichette trasparenti, dazi di natura geopolitica, consumi che cambiano anche con l’avvento dei vini dealcolati: tra alcol e vino è un rapporto tutta da ripensare. «L’Accademia della vite e del vino è da sempre attenta a tutto quanto gira attorno al mondo dell’enologia», spiega il presidente Rosario Di Lorenzo. «Quella della dealcolazione è una questione molto sentita e dibattuta tra puristi della tradizione, senza alcol non è vino, e chi si apre alla necessità di dare risposta alle nuove tendenze che si basano anche su aspetti legati alle nuove tendenze dei consumi e di conseguenza dei mercati», sottolinea il presidente. «Ecco, dunque, che l’Accademia ha prodotto una relazione, curata dal nostro vicepresidente Vincenzo Gerbi, dal titolo Alcol e vino, un rapporto da ripensare, per offrire una base scientifica con cui affrontare il futuro di questo settore».

La relazione di Gerbi parte dalla recente allerta dell’Oms sulle implicazioni tra vino e salute pubblica.

Un appello alla consapevolezza. «Recenti indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) – scrive Gerbi – hanno messo in guardia contro il consumo di alcol: non c’è un consumo moderato e nessuna quantità è sicura per la salute. Questa posizione è stata sostenuta dal capo operativo della Sanità americana, Vivek Murthy, che ha evidenziato una correlazione diretta tra l’alcol e almeno sette tipi di cancro, tra cui quelli al seno e al colon. Murthy ha chiesto l’introduzione di etichette sanitarie sulle bottiglie di alcolici, un passo che potrebbe segnare un cambiamento significativo nella consapevolezza pubblica riguardo ai rischi associati al consumo di alcol».

Perché si beve vino. Ma, commenta Gerbi, «professionisti e appassionati di vino si trovano ora a dover riflettere sulle implicazioni etiche e sociali del loro operato. È evidente che, mentre ci sono persone che godono di una vita sana consumando vino con moderazione, ci sono anche casi di abuso che portano a gravi danni alla salute. La questione centrale diventa quindi: perché beviamo vinoÈ per il suo effetto inebriante o per l’apprezzamento delle sue sfumature gustative?».

La composizione del vino: una riflessione necessaria. Dall’analisi della composizione del vino, si legge nella relazione di Gerbi, emerge che l’alcol rappresenta solo una frazione del totale. Con l’83-84% di acqua e circa il 13-14% di alcol, il restante 3% è composto da componenti come polifenoli e aromi, che conferiscono al vino le sue caratteristiche uniche. Gli intenditori non si concentrano sul grado alcolico, ma piuttosto sulla complessità dei sapori e degli aromi che ogni varietà e ogni territorio conferisco al vino. Chi conosce i vini soffre nel sentirne parlare come di una qualunque bevanda alcolica, bevuta distrattamente, scelta per sfruttare il suo contenuto in alcol e ottenerne un effetto euforizzante e disinibente. Il vino è invece l’accompagnamento ideale del cibo in uno stile di vita tipico delle popolazioni mediterranee.

Vini dealcolati tra opportunità e sfide. Con l’emergere dei vini dealcolizzati, i produttori stanno esplorando la possibilità di offrire bevande con ridotto o nullo contenuto alcolico, mantenendo però le proprietà benefiche dell’uva. Tuttavia, questa pratica solleva interrogativi sulla qualità e sul profilo gustativo dei vini, specialmente per quanto riguarda l’equilibrio tra dolcezza, tannicità e acidità.

Il valore aggiunto delle etichette nutrizionali. A partire dalla vendemmia 2024, sarà obbligatorio indicare in etichetta le informazioni nutrizionali e gli ingredienti utilizzati nella vinificazione. Questo rappresenta un passo importante verso la trasparenza, ma è essenziale che i consumatori siano in grado di interpretare correttamente queste informazioni.

Occorre rinunciare al vino? Se l’alcol è un pericoloso cancerogeno, qualunque sia la bevanda che lo contiene e indipendentemente dalla dose assunta, allora il bevitore di vino, saggio e moderato, dovrà considerare l’alcol del vino come un possibile danno collaterale, un pericolo da tenere presente, senza però indurlo a rinunciare al piacere sensoriale di questa fantastica e millenaria bevanda. Dunque, i vini dealcolati sono la soluzione?

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