A Merano, record dei cedri. Colpa del loro effetto balsamico se è dalla meà dell’Ottocento che buona parte di queste scoperte furono introdotte. Oltre al cedro del Libano (Cedrus libani) e al cedro dell’Himalaya (C. deodara), fu piantato il cedro dell’Atlante (Cedrus atlantica) dalla forma piramidale che tende ad allargarsi con l’età. La fama di Merano come città dal clima invernale salubre e soleggiato suggerì la piantagione di alberi sempreverdi e aromatici, capaci, come appunto lo sono i cedri, di mantenere verde il paesaggio anche d’inverno. Sono alberi magnifici e maestosi, longevi (sino a 500 anni), rustici, amanti degli inverni soleggiati meranesi, purtroppo oggi improponibili per le dimensioni: possono superare 30 m di altezza e quasi altrettanti di diametro della chioma. Ma ancor più, oggi vorrebbe dire mandarli incontro ai danni provocati dai mutamenti climatici in atto. Alberi di montagna (monte Libano, catene dell’Himalaya e dell’Atlante), soffrono infatti il surriscaldamento dell’aria e la siccità protratta, soprattutto negli stadi giovanili.
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